Fondo di Romualdo Cardarelli
Carte di studio sec. XIII-XIX, c.a 26.000 unità documentarie raccolte in 218 buste. Inventario cartaceo. L’archivio di lavoro è composto da oltre ventimila carte, ordinate da Cardarelli in buste, ciascuna con il titolo originale apposto dallo studioso. Sono il prodotto dello spoglio di numerosi fondi, scaturito in raccolte organiche di trascrizioni, appunti, elaborati, riproduzioni, lucidi, stampe, foto, cartoline, opuscoli a stampa, con il metodo di lavoro dell’erudito, attento all’analisi approfondita e alla comparazione delle fonti.
Biblioteca: 4000 volumi. Catalogo a stampa e informatico.La biblioteca contiene libri antichi e rari, cinquecentine, edizioni di pregio. Tra le pagine si trovano glosse, correzioni, rimandi di pugno di Romualdo che ha generato nella biblioteca una sorta di legame archivistico che richiama a sua volta le sue carte di lavoro.
Romualdo Cardarelli ( 1886-1962).
Nato ad Alberese, intraprese giovanissimo il lavoro nelle ferrovie dello Stato per necessità. Questo non gli impedì, pure a costo di sacrifici, di laurearsi in lettere nel 1919 con una tesi su Baldaccio d’Anghiari e la Signoria di Piombino nel 1410-144, pubblicata nel 1922. Nel 1924 fondava con gli amici grossetani la Società Storica Maremmana e dirigeva dal 1924 al 1928 il bollettino della società, Maremma. Nel periodico confluiscono le sue prime pubblicazioni. In seguito, e con maggiore assiduità a partire dal 1931, quando lasciò il suo impiego nelle Ferrovie, collaborò con altre riviste di prestigio , come Studi Etruschi, organo dell’Istituto di Studi Etruschi e Italici, del quale fu membro ordinario fin dalla fondazione. Collaborò organicamente con Gioacchino Volpe nell’Archivio Storico di Corsica e nel Bollettino Storico Livornese; fu socio corrispondente della Deputazione di Storia Patria e della Società Storica Pisana. Le sue pubblicazioni principali si riferiscono alla storia dello Stato di Piombino, all’Elba, alla Corsica, alla topografia antica e medievale della Maremma, al sistema siderurgico toscano in età moderna.
Il suo progetto più ambizioso, rimasto incompiuto, è lo studio sui Presidi spagnoli in Italia. Della sua ricerca sistematica condotta in archivi e biblioteche in Italia e all’estero restano migliaia di documenti trascritti e commentati di proprio pugno.