Il premio

Il Premio Letterario Emanuele Casalini

“E’ difficile far poesia con la felicità”

Il Premio letterario nazionale “Emanuele Casalini” riservato ai detenuti è nato nel 2002, per volontà della Società di San Vincenzo De Paoli e dell’Università delle Tre Età, che svolgevano da anni opera di volontariato nel carcere di Porto Azzurro. Ci aveva lasciato da poco Emanuele Casalini, preside e professore, ma soprattutto un uomo che cercava di leggere tra le righe dell’animo umano le tante storie della gente che ruotava intorno a lui: un uomo che aveva fatto amare ai detenuti di Porto Azzurro la nostra grande poesia. A lui dedicammo il Premio!

L'altra libertà - Premio letterario Casalini

Fin dal primo anno ci rendemmo conto che, in effetti, per i partecipanti il concorso poteva risvegliare sentimenti e ricucire strappi, frugando nei propri ricordi o pescando nella fantasia, senza inibizioni, esternare quanto era stato ritrovato e magari affermare orgogliosi: “Questa è opera mia, mi pare una cosa bella e qualcuno la leggerà, forse la apprezzerà”. Lo scopo che ci siamo proposti, lanciando il concorso, infatti, non era tanto quello di aggiungere nuovi nomi di poeti e scrittori alla già lunga lista del panorama letterario italiano, ma piuttosto quello di stimolare una produzione creativa capace di elevare lo spirito e rafforzare la speranza, per non soccombere all’abbrutimento e all’alienazione che in carcere sono la condizione normale. Quale migliore cura per l’anima malata, se non quella di intraprendere un’autoterapia, avvalendosi proprio della scrittura, del raccontare e raccontarsi, del liberare la fantasia da ogni vincolo mentale, per affidare alla carta ciò che pesa dentro e con il quale ostinatamente si rifiuta un confronto? Quando tutto è negazione, afflizione e rancore, anche un grido o una dolce espressione che si liberano dall’animo possono rappresentare un aggancio con la vita, come sanno bene gli oltre settemila volontari che frequentano il carcere, che quotidianamente parlano con questa umanità sofferente. I volontari sanno bene quanto sia importante riuscire a dar voce a chi si è ripiegato su se stesso o non sa far altro che caricarsi di livore contro “il sistema” e la società intera.

Ernesto Ferrero, Presidente della Giuria, ha scritto: “Nei numerosi testi del Premio Letterario Emanuele Casalini ritroviamo le motivazioni che fanno scattare l’invenzione poetica. E’ difficile far poesia con la felicità, perché per sua natura il tempo felice vive, non pensa, è poco incline all’autoconsapevolezza. [...] E’ dalla sofferenza e dal disagio che nasce la spinta alla riflessione, all’oggettivazione del malessere, alla sua sublimazione nella scrittura. [...] Disegnare animali e scene di caccia sulle pareti di una caverna, o scrivere poesie e racconti è il modo migliore che abbiamo per vincere l’angoscia e per tentare una solidarietà con altri uomini, nostri compagni di strada e di sventura”. Quello che si chiude dietro i cancelli di un carcere è un mondo invisibile fatto di ferite profonde, di solitudine, di tragedie spesso terribili, di autolesionismo e violenza che spesso fanno dimenticare che i detenuti sono anche uomini e donne capaci di amare con sentimenti profondi e delicati, capaci di leggersi dentro e desiderosi di cercare una comunicazione.
Con questo scopo i promotori del Premio Casalini, ormai da anni, vanno incontro a questa avventura.

I Promotori del Premio Letterario E.Casalini