Stagione teatrale e concertistica 2021/2022

loc
abbonamenti

Lunedì 6 dicembre
Lello Arena in

PARENTI SERPENTI
loc

di Carmine Amoroso

con Giorgia Trasselli
e con Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
assistente alla regia Sara Esposito
regia Luciano Melchionna
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con Bon Voyage Produzioni
Lello Arena diretto da Luciano Melchionna è il protagonista della divertente e amara commedia di Carmine Amoroso, conosciuta dal grande pubblico grazie al film “cult” di Mario Monicelli del 1992.
Tutto ha inizio con un Natale a casa degli anziani genitori che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli ormai lontani. E se quest’anno gli amati genitori volessero chiedere qualcosa ai loro figli? Se volessero finalmente essere “accuditi”, chi si farà carico della loro richiesta?

Luciano Melchionna, il visionario creatore di Dignità Autonome di Prostituzione, costruisce uno spaccato di vita intimo e familiare di grande attualità, con un crescendo di situazioni esilaranti e spietate che riescono a far ridere e allo stesso tempo a far riflettere con profonda emozione e commozione.

Giovedì 16 dicembre
LA BOHEME

loc

Opera in quattro quadri di Giacomo Puccini

libretto di Giacosa e Illica
con Silvia Susan Rosato Franchini, Flavia Colagioia, Alessandro Fiocchetti, Joseph Dahdah, Giorgia Costantino, Anna Maria Borrelli, Vladimir Jindra, Jorge Arbaza Sutter, Ivan Caminiti, Vittorio Ferlan Dellorco, Martin Kurek
al pianoforte Umberto Cipolla, Victoria Merkulyeva
direzione musicale Amelia Felle
regia Giancarlo Nicoletti
scene Alessandro Chiti
produzione Altra Scena con il sostegno di Ministero della Cultura
Il capolavoro pucciniano messo in scena come fosse una lettura contemporanea di un testo classico del repertorio di prosa: un pianoforte, otto artisti (cantanti e musicisti) di eccezionale valore e una messinscena dal respiro moderno, cinematografico, diretto e avvincente, fuori dagli stilemi dell’opera tradizionale, ma pienamente agganciata alla drammaturgia musicale pucciniana, senza tagli e senza compromessi sulla partitura originale. Per dimostrare che l’opera è un linguaggio straordinario e universale, capace – come i classici – di mutare forma e sostanza, senza tradire la sua essenza più intima; per recuperare il pubblico giovane a questa forma d’arte e ricordarci che anche l’opera lirica può essere attuale e contemporanea, pur nel grande rispetto dello spartito e del dettato musicale. Un’operazione innovativa pensata per i teatri di prosa e che si presta, per la sua grande quota di coraggio e ambizione, a divenire un piccolo caso nazionale e a ripensare l’equazione per la quale l’opera lirica sia esclusivo appannaggio degli enti lirici e che sia impossibile pensarla in maniera nuova, contemporanea e innovativa, senza tradirne l’essenza e con profondo rispetto della tradizione .Protagonista un cast di talenti provenienti dai più importanti Conservatori internazionali .
Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione “Il Salotto” e con Vox Unica.


Martedì 18 gennaio
LA NOTA STONATA
loc

di Didier Caron

con Giuseppe Pambieri, Carlo Greco
Traduzione di Carlo Greco
Regia Moni Ovadia
Scene Eleonora Scarponi, Costumi Elisa Savi, Luci Daniele Savi,
Assistente alla regia Mario Brandolin
produzione Golden Show srl Impresa Sociale Trieste, Teatro della Città CATANIA, FESTIVAL Teatrale Borgio Verezzi
Siamo ai primi anni ’90. L’azione si svolge presso la Filarmonica di Ginevra, specificatamente nel camerino del direttore d’orchestra di fama internazionale Hans Peter Miller. Alla fine di uno dei suoi concerti, Miller, rientrato in camerino, viene importunato più volte da uno spettatore invadente, Léon Dinkel, che si presenta come un grande ammiratore del maestro, venuto appositamente dal Belgio per applaudirlo. Comunque più il colloquio, fra i due si prolunga più il comportamento di questo visitatore diventa strano e oppressivo. Finché si giunge a scoprire un oggetto del passato……Chi è dunque questo inquietante Signor Dinkel? Ma soprattutto cosa vuole realmente dal direttore Miller?

Giorno della memoria
Giovedì 27 Gennaio

LA RAGAZZA SI CHIAMAVA ANNA

liberamente ispirato alle vicende di Anna Frank

loc
Con Michelangelo Fetto Antonio Intorcia Assunta Maria Berruti Carlotta Boccaccino
Regia Michelangelo Fetto

Produzione Solot Compagnia Stabile di Benevento

La ragazza si chiamava Anna (liberamente ispirato alle vicende di Anna Frank) è uno spettacolo teatrale che si propone attraverso il racconto delle vicende di questa martire involontaria cui il destino sotto forma di ferocia umana negò il futuro, di offrire elementi di riflessione utili alla formazione culturale dei giovani studenti relativamente al pericolo incombente della “banalizzazione” del male e così giustificarlo, un po’ come fecero i bavaresi quando videro per la prima volta le formazioni in camicia bruna della gioventù hitleriana sottovalutando il seme della discordia che avrebbe portato al più grande genocidio di tutti i tempi. La vicenda narrata è incentrata sul periodo della segregazione volontaria della famiglia di Anna che cercò scampo nascondendosi in un magazzino e nel terrore costante di essere scoperta e trasferita nei campi non per una colpa, un delitto, un reato ma per il semplice fatto di essere nati ebrei. Gli antichi latini avevano un detto “Historia magistra vitae” ed è proprio così: le gesta umane sono cicliche e la conoscenza di questa vicenda attraverso la rappresentazione teatrale, forte delle atmosfere emozionali e della carica emotiva tipiche dell’arte scenica, non potrà che rimanere scolpita nel cuore e nella mente di chi vi assisterà.

Giorno del ricordo I Sabato 12 Febbraio
Simone Cristicchi in
ESODO
loc
di Simone Cristicchi
produzione Corvino Produzioni in collaborazione con ERT FVG

Al Porto Vecchio di Trieste c'è un "luogo della memoria" particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d'Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.
Nel porto vecchio di Trieste, il Magazzino N.18 conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall'Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l'Italia perse vasti territori dell'Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione dolorosa e complessa - di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.
Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d'animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.


Lunedì 21 febbraio
Marisa Laurito in
PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI

loc
di Giuseppe Patroni Griffi
con Marisa Laurito, Guglielmo Poggi, Giancarlo Nicoletti, Livio Beshir

regia Giancarlo Nicoletti

produzione Altra Scena

Quattro solitudini, un appartamento e una notte di Capodanno a Napoli. Donna Violante, la padrona, ex serva in un bordello, discute e litiga con Mariacallàs, un travestito, in bilico fra rassegnazione, ironia, squallore e cattiveria. E ancora, Fred e Byron che sono alla ricerca dell’ebbrezza di una notte: l’uno, uno studente omosessuale alla ricerca di una vita libera dalle paure, l’altro, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le umiliazioni subite. Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali.
“In quanto al noioso, non se ne parla: di noioso non c’è nulla, non c’è che uno scoppiettante e continuo scambio di battute feroci, di giudizi lapidari di ogni personaggio verso gli altri e verso il mondo, di fuoriuscite d’anima. Ma ”Persone naturali e strafottenti”, come si vede nella leggerezza della regia di Nicoletti, non consiste di queste battute. Consiste della sua struttura del tutto inedita nel dramma borghese: una struttura aperta, senza linee di svolgimento verso una o altra direzione, arresa alla sua «naturale» libertà di sviluppo e di linguaggio.
Vi è in Patroni Griffi una spudoratezza che conserva intatta la sua forza; vi è la strafottenza del titolo, che si tocca con mano non solo nei dialoghi, ma anche nei fatti; vi è quel dolore di fondo, buio a sé stesso, riservato, e solo alla fine manifesto: è il palmo della mano che Violante aveva dischiuso per ricevere denaro da Byron e che, dopo averlo rifiutato, mantiene aperto — quello straziante palmo della mano tesa in avanti per ricevere qualcosa che in quella travagliata notte di Capodanno non si può ricevere.”


Mercoledì 1 marzo

Enzo Decaro in

NON E’ VERO MA CI CREDO

di Peppino De Filippo

loc
con Enzo Decaro e con (in ordine alfabetico) Giuseppe Brunetti, Francesca Ciardiello, Lucianna De Falco, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo

scene Luigi Ferrigno

costumi Chicca Ruocco

disegno luci Pietro Sperduti

regia Leo Muscato

produzione I Due della Città del Sole

Ereditando la direzione artistica della compagnia di Luigi De Filippo, Leo Muscato inaugura questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ha fatto con lui: Non è vero ma ci credo, rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un sapore più contemporaneo. Il protagonista dello spettacolo assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto. L’avaro, avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, vive nel perenne incubo di essere vittima della iettatura. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi. La moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce. Anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive. A un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna. L’uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere. E infatti sulla soglia del suo ufficio appare Sammaria, un giovane in cerca di lavoro. Sembra intelligente, gioviale e preparato, ma il commendator Savastano è attratto da un’altra qualità di quel giovane: la sua gobba. Da qui parte una serie di eventi paradossali ed esilaranti che vedranno al centro della vicenda la credulità del povero commendator Savastano. Peppino De Filippo aveva ambientato la sua storia nella Napoli un po’ oleografica degli anni Trenta. Luigi aveva posticipato l’ambientazione una ventina d’anni più avanti. Questo allestimento seguirà l’intuizione di Luigi avvicinando ancora di più l’azione ai giorni nostri.


RASSEGNA “CONTAMINA OFF”

Giovedì 17 marzo

BALLATA D'AUTUNNO - compagnia Teatro delle Foglie
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da un’idea originale di Marta Finazzi e Nicolas Benincas
interpreti Marta Finazzi e Nicolas Benincasa

regia El Niño del Retrete

produzione Teatro nelle Foglie

Un'opera multidisciplinare che unisce il teatro d’ombre, il mimo, l’acrobatica aerea, la danza, la manipolazione e il clown. Una favola moderna in cui si mescolano a forza del circo, la poesia del teatro di figura e l’improvvisazione del teatro di strada, veicolati dal linguaggio universale del corpo, dello sguardo e delle ombre.

Uno spettacolo di 60 minuti pieno di immagini forti, con contrasti di luci e ombre, colori caldi e freddi, silenzi rumorosi e melodie taglienti.

RASSEGNA “CONTAMINA OFF”
Mercoledì 23 marzo

FIGLI DI UN DIO UBRIACO

INCURSIONI FISICHE SUI MADRIGALI DI CLAUDIO MONTEVERDI
loc
Regia e coreografia Michela Lucenti
Danza Maurizio Camilli, Loris De Luna, Maurizio Lucenti, Michela Lucenti, Alessandro Pallecchi, Matteo Principi, Paolo Rosini, Emanuela Serra, Giulia Spattini, Elisa Spina, Demian Troiano e per la prima volta in scena Era Affini
Drammaturgia Maurizio Camilli e Emanuela Serra
Assistenza alla coreografia Ambra Chiarello e Francesco Gabrielli
Testi Balletto Civile
Direzione musicale Antonio Greco
Musica Isabella Leonarda, Claudio Monteverdi, Alessandro Piccinini, Salomone Rossi e Barbara Strozzi
Musica eseguita dal vivo da Ensemble Cremona Antiqua diretta da Antonio Greco
Canto Anna Bessi (mezzosoprano) e Valeria La Grotta (soprano)
Spazio sonoro Guido Affini
Scenografia Balletto Civile
Luci Stefano Mazzanti           
Costumi Chiara Defant
Direzione tecnica Stefano Mazzanti

Produzione Balletto Civile                 
Coproduzione Fondazione TPE Torino e Fondazione Cantieri d’Arte Montepulciano

Progetto nato su commissione del Teatro Ponchielli di Cremona e del Festival di Montepulciano intorno all’opera del compositore Claudio Monteverdi, FIGLI DI UN DIO UBRIACO.  Incursioni fisiche sui Madrigali di Claudio Monteverdi è la nuova avventura coreografica-musicale di Michela Lucenti per il suo Balletto Civile.
Accompagnata live dall’Orchestra Cremona Antiqua diretta dal Maestro Antonio Greco e da due cantanti liriche, la creazione è una rilettura contemporanea di alcuni topoi barocchi insieme all’esecuzione di otto madrigali scelti dalla sterminata produzione di Monteverdi, di pagine musicali del compositore e di autori coevi come Barbara Strozzi a cui si intervalla un disegno sonoro di oggi.

Mercoledì 30 marzo
Nancy Brilli e Chiara Noschese in
MANOLA
loc

di Margaret Mazzantini
regia Leo Muscato
con Nancy Brilli Chiara Noschese
produzione Enfi Teatro
Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse canzonatorie. Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando per l’ennesima volta tutto. Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale.

Lunedì 4 aprile

ZIO VANJA

di Anton Cechov

loc
adattamento e regia Roberto Valerio
con (o.a.) Federica Bern, Pietro Bontempo, Giuseppe Cederna, Ruggero Dondi, Vanessa Gravina, Massimo Grigò, Elisabetta Piccolomini

Costumi Lucia Mariani – Luci Emiliano Pona – Allestimento Associazione Teatrale Pistoiese

produzione Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale

In una tenuta di campagna c’è una tavola apparecchiata per il tè sotto ad un vecchio pioppo. Poco più in là dondola un’altalena. L’atmosfera tranquilla e serena non rispecchia il tumulto disordinato dei cuori. La vita quotidiana e monotona che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in quella residenza di proprietà del professor Serebrjakov viene stravolta dall’arrivo dello stesso illustre accademico e dalla sua bellissima seconda moglie Elena…….

Questi personaggi non sono eroi o eroine, ma persone semplici che ci raccontano il semplice flusso della vita. Della vita di tutti noi. Ed è per questo che ci sentiamo così vicini ed empatici a queste anime smarrite. Le loro passioni sono le nostre passioni, i loro slanci, le loro delusioni sono le stesse emozioni che accompagnano la nostra vita. Ogni personaggio insegue un proprio pensiero, una propria ispirazione. Ognuno declama i propri sogni, le proprie sofferenze, che non si incontrano però mai con quelle degli altri personaggi.

Parlano a sé stessi. I dialoghi non sono mai un vero scambio, un vero dialogo. I personaggi sembrano intrappolati in soliloqui che denunciano la loro incapacità di comunicare.

Ogni personaggio anela al bello, al riscatto, all’amore: tutti però incapaci di agire. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Cechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore.

I personaggi vivono in una cappa di noia dalla quale non sembrano intenzionati a fuggire. Vorrebbero fare qualcosa per reagire alla propria insoddisfazione e in alcuni momenti sembrano anche riuscirci, ma poi ritornano al punto di partenza. Zio Vanja si può allora definire il dramma delle occasioni mancate, della rinuncia a cogliere l’opportunità di cogliere le occasioni per cambiare la propria vita. Zio Vanja è una commedia basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi” dice zio Vanja.


RASSEGNA “CONTAMINA OFF”

Mercoledì 13 aprile

SCONOSCIUTI

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Ideazione e drammaturgia originale Collettivo Landscape7
Progetto di e con Francesco Ferrieri, Daniele Pilli, William Caruso, Chiara Migliorini, Dacia D’Acunto, Elena Fioretti, Gianpaolo Valentini, Valerio Apice, Elena De Carolis

Produzione Collettivo Landscape7/Associazione Culturale Lotus

Sconosciuti nasce dall’incontro, avvenuto durante il lockdown del Marzo 2020, di un gruppo di artisti professionisti, che si sono conosciuti on line tramite il movimento "E come Eresia". Il rapporto col pubblico è stato da subito uno spunto di riflessione e proposta di azione. Così i temi dell’incontro tra sconosciuti e la relazione con gli spettatori hanno portato all’ideazione del progetto. Nell’impossibilità di incontrarsi dal vivo, la relazione tra teatro e pubblico, fortemente in crisi già da tempo, si acuisce, chiedendo al teatro, che per definizione esiste nell’incontro dal vivo e vivo, una riflessione e uno sforzo di immaginazione ulteriori.
Come riportare l’esperienza dell’esser presenti insieme in uno stesso luogo e in uno stesso tempo, in una distanza, attraverso un filtro? E laddove il filtro non sia presente ma possa di nuovo esistere un qui e ora fisico e corporeo che si adatta alla modalità di distanza, cautela e tutela, come si rigenera il rapporto tra l’agire e il vedere, tra il fare e l’assistere e come cambia il concetto della partecipazione? Da queste domande si sviluppa la trama affrontata dal gruppo che cerca di raccontare, come testimonianza viva e presente, il rapporto spezzato, cambiato e in cerca di rinnovamento e rinascita tra due mondi sconosciuti, quello degli attori e quello del pubblico, con toni ironici, in un momento storico in cui il Teatro non sarà mai più quello di prima.

STAGIONE CONCERTISTICA 2021/2022
ORCHESTRA DELLA TOSCANA

Cinema Teatro Metropolitan - piazza Cappelletti 2, Piombino
Non in abbonamento
Info biglietti: 0565.30385
Ufficio cultura Comune di Piombino: 0565.63296/63429
Acquisto biglietti on line su eventipiombino.it dal 5 dicembre 2021
Inizio spettacoli ore 21

Mercoledì 22 dicembre 2021
CONCERTO DI NATALE

Orchestra della Toscana

NIL VENDITTI direttore

ALINA IBRAGIMOVA violino

loc
ROSSINI La Cenerentola, ouverture
ROSSINI Il barbiere di Siviglia, ouverture

MENDELSSOHN Concerto per violino e orchestra op.64

SAY Symphonic Dances, per orchestra op.64 (2015)

Il Concerto di Natale, vede sul podio Nil Venditti, giovane promessa italo-turca su cui l'ORT ha scommesso da un paio di stagioni affidandole l'incarico di direttore ospite principale. Alla Turchia lei si rivolge, presentando le Symphonic Dances (2015) di Fazil Say, pianista e compositore geniale che ha subìto sulla sua pelle le vessazioni di un regime autoritario pretestuosamente fondato sul dogmatismo religioso. Completano il programma due ouverture da opere buffe rossiniane (La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia) e il Concerto per violino di Mendelssohn. Lo suona la russa Alina Ibragimova, classe 1985, una che si è formata in due scuole che sfornano talenti superlativi, la Gnesin di Mosca e la Yehudi Menhuin in Inghilterra.

Martedì 11 gennaio 2022
Orchestra della Toscana
KAZUSHI ONO direttore
ALENA BAEVA violino
loc
WAGNER Idillio di Sigfrido

SCHUMANN Concerto per violino e orchestra
FAURÉ Pavane op.50
RAVEL Le tombeau de Couperin
Debutta all'ORT una punta di diamante tra le bacchette nipponiche, Kazushi Ono. Classe 1960, già direttore principale del Teatro Reale de la Monnaie a Bruxelles e dell'Opéra di Lione, oggi si divide fra Tokyo e la Orquestra Simfònica de Barcelona i Nacional de Catalunya. In questo concerto punta su due periodi storici che molto gli si addicono: il romanticismo tedesco e la musica francese tra decadentismo e neoclassicismo. E dunque, l'arcaizzante Pavane di Fauré e Le tombeau de Couperin di Ravel più l'Idillio di Sigfrido di Richard Wagner e l'enigmatico Concerto per violino scritto da Robert Schumann poco prima di finire in manicomio. La solista è la russa Alena Baeva, che tra i suoi maestri vanta Rostropovič e Seiji Ozawa.

Giovedì 10 marzo 2022
TI RACCONTO DON GIOVANNI
Alessandro Riccio attore
Ensemble di archi e fiati dell'ORT
loc

musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
adattamento per dieci strumenti di Francesco Oliveto
spettacolo ideato e scritto da Alessandro Riccio
produzione © Fondazione ORT
Uno spettacolo a cavallo tra musica classica e teatro, tra approccio serio e dissacrante, tra emozione e divertimento. Uno dei capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart, il virtuosismo di un attore, un ensemble di dieci musicisti, la vicenda, le musiche, i sentimenti di un’opera simbolo della storia della musica. Non una messa in scena. Ma una vera e propria affabulazione.
Alessandro Riccio si trasforma nei personaggi del melodramma mozartiano, vestendosi e truccandosi in scena, mutando voce, corpo, personalità, svelandone allusioni e sottintesi.
I musicisti dell’Orchestra della Toscana eseguono alcune fra le più belle arie del “dramma giocoso” di Mozart, in un susseguirsi di momenti divertenti ed emozionanti. Un modo originale di rivivere, approfondire e diffondere un classico della musica di tutti i tempi, per un pubblico sempre più esigente e per avvicinare al mondo dell’opera, curiosi e appassionati.