Si è riunito mercoledì 11 settembre presso la Saletta Comunale di Venturina Terme il tavolo sovracomunale tecnico-politico sulle energie rinnovabili che i comuni della Val di Cornia hanno attivato a luglio, per affrontare in modo unitario una tematica che, in assenza di una pianificazione consapevole e lungimirante, rischia di compromettere l'economia e il paesaggio agricolo del territorio.
È nota infatti la normativa nazionale, che discende da quella comunitaria, che dal d.lgs. 199/2021 in poi ha impresso una accelerata alla transizione aprendo una strada pericolosa e sregolamentata agli impianti industriali di produzione di energia, superando le regole comunali e non tenendo conto della pianificazione locale che negli anni ha preservato il territorio pur favorendo sviluppo e innovazione.
La normativa transitoria ha aperto le porte a progetti di grandi imprese che, avvalendosi delle regole in vigore fino a maggio di quest'anno, hanno potuto avviare istanze di realizzazione impianti che per la loro dimensione e portata impatteranno negativamente in maniera significativa sulla Val di Cornia. A questi progetti i comuni hanno risposto con pareri negativi, pareri obbligatori ma non vincolanti, con l'ultima parola quella determinante e decisoria ai ministeri.
Nel frattempo si è aperta la partita dell'individuazione delle aree idonee/non idonee per la realizzazione di questi impianti, che sarà compito delle regioni individuare. “Noi non ci stiamo a guardare la distruzione di decenni di strategie, riflessioni e pianificazioni che hanno prodotto un equilibrio virtuoso tra conservazione, tutela e sviluppo -hanno dichiarato i Sindaci, confermando la volontà dei comuni di giocare un ruolo da protagonisti. Queste intenzioni sono state messe nero su bianco in una lettera a firma congiunta dei sindaci Ticciati, Pasquini, Ferrari, Riccucci e Guarguaglini inviata alla regione Toscana un mese fa (lettera ancora in attesa di risposta).
“Pur non avendo efficaci strumenti per opporci ai progetti già in essere – commentano i sindaci- abbiamo comunque la responsabilità di farci parte attiva nella programmazione futura, per impedire che ci sia una proliferazione di impianti in aree di pregio. Per questo abbiamo deciso di anticipare la “chiamata” della Regione Toscana, e iniziare a lavorare insieme ai nostri tecnici per elaborare un documento, costruito sul territorio, da chi e con chi conosce il territorio, per presentarlo poi alla giunta regionale, una proposta onesta, responsabile ma ferma e centrata su quelli che sono i paletti per noi invalicabili, pena il futuro del nostro territorio. Perché la Val di Cornia è favorevole alla transizione energetica, lo ripetiamo con forza e non solo a parole, ma non siamo disposti a sacrificare un patrimonio paesaggistico, ma anche economico, sociale e culturale che non solo ha fatto la nostra ricchezza ma che ci identifica”